Marc Grynberg, amministratore delegato dell’azienda Umicore operante nel settore della tecnologia dei materiali, racconta come le politiche per l’efficienza delle risorse stiano trainando la sua impresa a carattere globale.
Umicore, grazie alla sua esperienza nel campo della scienza dei materiali, della chimica e della metallurgia, trasforma metalli preziosi nei prodotti del futuro, dai substrati di germanio delle celle solari ad alta efficienza agli ossidi di zinco delle protezioni solari. L’azienda genera il 50% dei ricavi e investe circa l’80% del proprio preventivo di spesa per l’R&S nel settore delle tecnologie pulite.
La crescente attenzione dell’UE verso l’efficienza delle risorse trainerà l’ecoinnovazione?
Prevediamo che l’efficienza delle risorse trainerà l’ecoinnovazione e che l’innovazione, a sua volta, renderà possibile l’efficienza delle risorse. In un certo senso, questo schema è al centro del nostro modello di impresa. Riteniamo che la crescente attenzione dell’UE verso l’efficienza delle risorse farà da traino alla nostra impresa in due modi fondamentali:
1. Stiamo progettando prodotti, dai quali cerchiamo di ottenere una resa simile o migliore con una quantità inferiore di materie prime. Applichiamo questa tecnica ai materiali delle batterie nuove e ai catalizzatori dell’industria automobilistica, per esempio. Vale a dire in settori in cui le materie prime, in genere, sono piuttosto costose.
2. Inoltre prevediamo che l’efficienza delle risorse farà avanzare la nostra attività nel settore del riciclaggio, perché comporterà probabilmente un modo più proattivo di gestire il ciclo di vita dei prodotti.
Quanto è importante sostituire un materiale con un altro in confronto alle innovazioni nel modo di utilizzo dei materiali a nostra disposizione?
Ritengo che per la sostituzione vi sia uno spazio limitato, specialmente quando si tratta di metalli, il settore in cui Umicore è attiva, perché i metalli possiedono, in effetti, proprietà particolari. Quando occorrono proprietà tipiche di un semiconduttore, per esempio, lo spettro di metalli che possono essere impiegati è estremamente ridotto. Molto spesso, inoltre, la sostituzione sposta il problema della carenza dei materiali da un materiale all’altro. Si guadagna tempo senza risolvere realmente il problema. Ottenere di più consumando di meno è un’ottica con un grande potenziale e questo è l’obiettivo su cui si concentrano i nostri sforzi in fatto di innovazione.
A che punto è l’efficienza delle risorse in Europa rispetto ad altre parti del mondo?
Penso che l’Europa sia leader sotto molti aspetti. Abbiamo una legislazione all’avanguardia. L’Europa è stata l’antesignana per quanto riguarda numerose iniziative a livello dell’UE, comprese quelle relative alle materie prime e alla direttiva sui veicoli al termine del loro ciclo di vita, che si muovono in direzione dell’efficienza delle risorse.
Il quadro normativo è maggiormente avanzato in altre regioni, che hanno anche creato un clima più favorevole all’innovazione tecnologica. Il riciclaggio, per esempio, rappresenta una delle aree in cui l’Europa ha una chiara leadership su altre regioni in termini di tecnologie, perché l’Europa ha stabilito norme severe, impegnative. In molte altre regioni, il riciclaggio è in competizione con l’uso delle discariche e questa è una battaglia impossibile da vincere.
Anche molte nuove tecnologie nel settore delle energie rinnovabili e altre tecnologie pulite sono state sviluppate prima in Europa. Oggi, naturalmente, la produzione potrebbe essere stata trasferita in altre regioni in molti casi, ma l’Europa è leader da questo punto di vista.
Quali altre iniziative i responsabili politici possono adottare per migliorare il contesto delle ecoinnovazioni in Europa?
Esistono numerose possibilità:
1. Disponiamo di un quadro regolamentare e legislativo molto progredito, pertanto forse non abbiamo bisogno di ulteriori norme. Ma dobbiamo concentrarci sulla loro applicazione.
2. L’Europa si è rivelata più lenta di altre regioni nell’adottare decisioni su programmi a sostegno della ricerca, grazie ai quali l’America del Nord, la Cina, la Corea del Sud e perfino il Giappone avanzano a velocità galattiche in confronto all’Europa. Occorre impegnarsi in un numero più limitato di politiche, ma più in fretta.
3. Bisogna progressivamente fare in modo che i consumatori paghino gli effettivi costi ambientali dei prodotti che consumano. Perciò dovremmo creare un campo d’azione di livello adeguato tra il prodotto primario e i prodotti riciclati, per esempio.
Quali sono le principali sfide del futuro?
Una è la carenza di materie prime, perché operiamo solo con materiali che sono relativamente scarsi, oppure sono abbondanti ma distribuiti in modo non uniforme da un punto di vista geografico. La certezza dei rifornimenti sta diventando sempre più una sfida per noi ed è uno dei motivi per cui Umicore si concentra tanto sul riciclaggio. Riteniamo che riciclare sia il modo migliore per soddisfare una percentuale considerevole della nostra richiesta di rifornimenti e a condizioni ragionevoli sotto il profilo ambientale, perché il riciclaggio richiede meno energia e produce meno CO2 per ricavare i materiali da fonti secondarie. L’altra sfida che riguarda la nostra attività è la mancanza di talenti.
E quali sono le maggiori opportunità?
Una cosa è cambiata notevolmente negli ultimi anni, ed è la consapevolezza che non si può continuare a consumare come abbiamo fatto per molti decenni in passato. Ritengo che tantissime opportunità saranno stimolate dal nuovo atteggiamento dei consumatori, dall’intenzione di pagare un pegno per i prodotti più sostenibili o che siano stati ottenuti mediante procedimenti differenti. La legislazione farà da volano alla nostra attività: che si tratti di riciclaggio, di elettrificazione dei veicoli o di riduzione delle emissioni pericolose, questi programmi esistono e continueranno ad esistere.