La sostenibilità sta assumendo un'importanza chiave a livello globale per diversi buoni motivi: «Nel ventesimo secolo è stata registrata una crescita fenomenale caratterizzata da un consumo intensivo delle risorse», ha affermato il commissario per l'ambiente Janez Potočnik. «Nel corso della cosiddetta "grande accelerazione", la popolazione si è quadruplicata e la produzione economica è aumentata di 40 volte. Nello stesso periodo, tuttavia, l'utilizzo dei combustibili fossili è cresciuto di 16 volte, le catture di specie ittiche di 35 volte, il consumo di acqua di 9 volte e le emissioni di anidride carbonica di 17 volte».
Per questo motivo, non sorprende che la sostenibilità costituisca uno degli aspetti fondamentali del programma della Commissione europea per il 2020 e che, negli Stati Uniti, l'amministrazione del presidente Obama abbia destinato 100 miliardi di dollari alla ricerca finalizzata a un'industria più ecologica.
Una delle questioni sollevate all'EBS, tuttavia, è che la sola ricerca non è sufficiente. Le soluzioni sostenibili devono tradursi in prodotti commercialmente attuabili se l'Europa vuole superare la crisi economica. Durante una sessione, Phillip Vandervoort di Microsoft ha sottolineato di aver notato una carenza di persone capaci di trasformare le idee in prodotti.
Nel corso dell'EBS, leader e responsabili dei processi decisionali nel settore industriale hanno identificato un certo numero di sfide chiave per l'Unione europea nell'area della sostenibilità, generalmente riconducibili a due categorie:
È questa seconda categoria ad alimentare la speranza di rispondere ai bisogni della società a lungo termine e, secondo il WWF, essa costituirà uno dei principali settori di sviluppo del mondo entro il 20201.
Studi recenti indicano che l'Europa è leader mondiale nell'efficienza energetica, ma non altrettanto all'avanguardia nello sviluppo di tecnologie innovative. Molti dei partecipanti all'EBS, pertanto, hanno concordato sulla necessità di porre maggiore enfasi sull'ecoinnovazione. Uno studio INSEAD sullo sviluppo della sostenibilità nell'economia nel 2008 rivelò come l'Unione europea avesse un certo ritardo rispetto al Nord America in termini di investimenti di capitali di rischio in tecnologie pulite.
Sono in atto alcune misure per affrontare questo problema. Il piano d'azione europeo per le tecnologie ambientali (ETAP), lanciato nel 2004, mira a incentivare l'ecoinnovazione e lo sviluppo di tecnologie ambientali su larga scala per proteggere al meglio l'ambiente e contribuire alla competitività e alla crescita, nonché rispondere alle sfide chiave del ventunesimo secolo per la società. È in atto lo sviluppo di un piano d'azione ancora più radicale per rispondere a tali sfide in continua evoluzione.
«Dobbiamo valutare attentamente quali siano le nostre risorse», ha spiegato il commissario europeo per l'ambiente Janez Potočnik. «L'energia come risorsa principale è già un concetto ampiamente radicato, ma l'efficienza delle risorse non è solo una questione di efficienza energetica. Dobbiamo considerare anche tutte le nostre materie, quali metalli, minerali e cibo, e i sistemi naturali che forniscono acqua e aria pulite».
L'innovazione è tuttavia costosa e molti partecipanti all'EBS hanno sottolineato l'esigenza di una migliore comunicazione tra i ricercatori e il mondo delle aziende. In particolare le piccole e medie imprese devono essere maggiormente informate sui fondi disponibili nelle prime fasi di ricerca e devono disporre di una conoscenza più approfondita del sistema di brevetti dell'Unione europea e della sua applicazione in tutti gli Stati membri.
Nella fase successiva dell'innovazione, ovvero lo sviluppo dei prodotti, la mancanza di capitali di rischio su scala sufficiente è stata identificata come un problema importante nell'Unione europea. Gli Stati Uniti si rivelano leader indiscussi in questo settore. Le altre sfide affrontate dagli aspiranti imprenditori in Europa includono la conformità e la commercializzazione. Il secondo aspetto spesso richiede la definizione di un budget per educare il pubblico sul funzionamento, le finalità e i vantaggi di un prodotto. I leader d'impresa presenti all'EBS hanno concordato sul fatto che i consumatori desiderano senz'altro prodotti più verdi, ma non a scapito della funzionalità.
Un gruppo di discussione ha riscontrato problemi particolari nel reclutare personale con competenze adeguate nelle aree correlate alla sostenibilità. Astrid De Lathauwer dell'operatore Belgacom per le telecomunicazioni in Belgio ha affermato che il reclutamento di personale tecnico si è rivelato un problema notevole e ha invocato maggiore comunicazione tra governo e settore industriale per risolvere tale problema. Allo stesso tempo, Phillip Vandervoort di Microsoft ha sostenuto che il settore industriale ha bisogno di persone capaci di trasformare le idee in prodotti.
I partecipanti hanno inoltre sottolineato la propria preoccupazione per la situazione demografica. Per il successo e la sostenibilità delle aziende negli anni a venire, le società devono garantire che la propria forza lavoro sarà in grado di soddisfare le esigenze future e di adattarsi a nuove modalità lavorative. Ampio è stato il consenso sul fatto che la stabilità e la responsabilità sociale siano oggi un elemento imprescindibile degli obiettivi aziendali. Vandervoort ha sottolineato come l'alto livello di motivazione tra i giovani, combinato con un livello altrettanto elevato di competenze tecniche, costituisca un'importante risorsa futura per il settore industriale.
Guardando al futuro, l'attenzione delle iniziative europee in materia di sostenibilità dovrà essere incentrata su ricerca, innovazione ed educazione. Benché alcune delle basi siano già state gettate e piani come l'ETAP stiano assumendo un'importanza essenziale, non vi è spazio per il compiacimento ed è necessario coinvolgere un numero sempre maggiore di leader d'impresa.