Secondo l'Associazione europea del capitale di rischio (European Venture Capital Association, EVCA), le giovani aziende nel settore delle tecnologie pulite hanno bisogno di un sostegno più deciso per prosperare.
In un rapporto pubblicato a dicembre 2010, l’EVCA ha sottolineato la criticità del ruolo dei capitali di rischio nel cammino verso gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di carbonio e nel processo di creazione di nuovi posti di lavoro, tracciando inoltre le forme del sostegno addizionale necessario alle piccole e medie imprese (PMI) operative nel settore delle tecnologie pulite.
L’Europa è un attore all’avanguardia sul palcoscenico internazionale: dai veicoli elettrici ai software per il monitoraggio della qualità ambientale, il nostro continente è infatti un investitore di primo piano nel campo delle tecnologie pulite. Mantenere una simile posizione richiede tuttavia un impegno ancora più risoluto, anche perché il rendimento di altri attori, quali gli USA e la Cina, è in crescita. È proprio qui che entrano in gioco i capitali di rischio, per sostenere la commercializzazione di tecnologie e la creazione di posti di lavoro nelle industrie in crescita del settore high-tech.
L’UE si è prefissata obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, aumento della quota di energie rinnovabili e miglioramento dell’efficienza energetica. Per conseguirli, servono nuove aziende e tecnologie e un uso intelligente dei capitali. In effetti, già oggi vengono investiti capitali di rischio in infrastrutture di sostegno, servizi e tecnologie innovative: soltanto nel 2009, ad esempio, gli investimenti di capitale di rischio e di crescita in Europa hanno superato la soglia del miliardo di euro in oltre 300 imprese attive nel settore delle tecnologie pulite.
Come evidenzia l’EVCA, inoltre, circa l’85% dei capitali richiesti per consentire all’Europa di perseguire una crescita a basse emissioni di carbonio è stato erogato dal settore privato. Il vecchio continente trarrebbe un beneficio anche maggiore in presenza di un quadro politico efficace che permettesse investimenti più cospicui e rapidi su tutta la gamma delle tecnologie pulite.
Il rapporto dell’EVCA mette in risalto le seguenti priorità:
Il tradizionale primato europeo nel campo dell’ecoinnovazione ha dato al continente un vantaggio iniziale in materia di investimenti in tecnologie pulite. Per quanto nell’ultimo decennio il settore abbia vissuto un rapido sviluppo, si materializzano continuamente nuove sfide e prospettive, per le quali i capitali di rischio rivestiranno un ruolo fondamentale.