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Dall’economia circolare al Green Public Procurement

Dall’economia circolare al Green Public Procurement - AcquistiVerdi.it

L'Ente italiano di accreditamento Accredia, in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha realizzato lo studio “L’economia circolare nelle politiche pubbliche. Il ruolo della certificazione”.

L’Italia è il paese leader dell’Unione Europea sulle politiche relative all’applicazione del Green Public Procurement, ossia le norme europee in materia di appalti pubblici verdi, e le sue politiche rappresentano un riferimento per molti Paesi che stanno intraprendendo un percorso per una più efficace applicazione di tali regole.

Dallo studio emerge con chiarezza l’importanza della domanda di prodotti green per sostenere l’offerta green e il ruolo svolto dal GPP in questo ambito: non a caso l’Italia è il primo tra gli stati europei in tema di politiche pubbliche di acquisti verdi, riconoscendo alla PA il ruolo fondamentale di orientare il mercato in tal senso, accompagnando la transizione verso il modello di economia sostenibile caratterizzato da riduzione, riuso e riciclo (le cosiddette “3R” dell’economia circolare).

La chiave di volta di questo sistema, nel nostro Paese, è sicuramente costituita dal nuovo Codice degli appalti che è in grado di muovere oltre110 miliardi di euro (in Europa la spesa pubblica è pari a circa 1800 miliardi annui, rappresentando poco meno del 15% del PIL comunitario).

L’inserimento dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) nelle procedure di acquisto pubblico e, tra queste, la definizione degli standard e il riconoscimento delle valutazioni di conformità accreditate come elementi premianti hanno fatto in modo che il ricorso alle certificazioni di processo abbia subito una impennata nel corso degli ultimi mesi.

Tra le certificazioni di processo in ambito ambientale richiamate dai CAM, sicuramente la norma UNI EN ISO 14001 è la più diffusa in Italia (e non solo): un dato su tutti può chiarire questo successo se pensiamo a un incremento del 9% delle certificazioni per i sistemi di gestione ambientale in seguito all’entrata in vigore della legge 221/15 (nota a tutti come “Collegato ambientale”), portando l’Italia non solo a essere prima in Europa ma terza nel mondo dopo i paesi dell’estremo oriente (Giappone e Cina).

Ciò però non è sufficiente a considerare questa normativa come reale volano dell’economia verde: sebbene l’inserimento dei CAM sia da noi obbligatorio mentre negli altri Stati solamente “raccomandato”, l’applicazione concreta dei dispositivi legislativi è molto macchinosa e questo disperde molto delle intenzioni ecologiche in termini di acquisti effettivamente portati a termine (si pensi che quei circa 111 miliardi rappresentano quasi il 7% del PIL interno) considerato che poi, se si ragiona in termini di acquisti verdi, la quota spesa in prodotti green dalla PA è rimasta ferma a meno di 10 miliardi di euro, ovvero circa l’8,5% del potenziale rappresentato dalla spesa pubblica , in calo rispetto agli 11,5 miliardi registrati precedentemente (Fonte dei dati: Rapporti Compraverde 2015 e 2017 realizzati da Unioncamere per la Fondazione Ecosistemi).

 

Sul sito Accredia sono disponibili un abstract dello studio e il documento completo

 



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